"Inti Taytak Ususin" - di Sandra Saporito — Il Fuoco Sciamanico | Monica Hija del Sol
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Inti Taytak Ususin: la sua esperienza sul sentiero andino

di Sandra Saporito

Inti Taytak Ususin significa “Figlia del Sole” in lingua Qechua, ed è il nome che i sacerdoti Q’eros hanno dato a Monica Imperatori, praticante di sciamanesimo da diversi anni. Monica ha viaggiato In Guatemala, Messico, Stati Uniti… Ma è in Perù che ha trovato quello che cercava da molto tempo.

Ora divide la sua vita tra il Perù, dove sta proseguendo il suo percorso secondo la tradizione andina, erede dell’antica cultura Inca, e la Svizzera dove propone seminari, cerchi sciamanici e guarigione secondo la tradizione andina.

Monica ha eseguito per me un Despacho, un rituale andino estremamente potente, poco conosciuto ancora da noi occidentali. In questa intervista, Monica “Inti Taytak Ususin” ci svela alcuni particolari sulla tradizione andina e sulla sua avventura nelle terre degli Inkas…

 

Dopo la tua formazione in sciamanesimo transculturale, sei partita per il Perù. Cosa ti ha spinto a fare questo viaggio dall’altra parte del mondo?

Monica assiste al rituale del Despacho

Me lo sono chiesta più volte anch’io. E’ stata una spinta venuta da “dentro”, un richiamo dell’Anima vero e proprio. Sentivo che dovevo partire per quella destinazione, cosa che naturalmente ho fatto. E come ho messo piede su suolo peruviano, mi sono sentita… a casa! Finalmente in cuor mio sentivo di essere ritornata in una Terra tanto amata, che mi ha accolta come una figlia. Infatti ho visitato il paese in lungo ed in largo, senza all’inizio ben capire cosa… come… dove, semplicemente io ed il mio zaino, ed affidandomi alle mie Guide -non turistiche- :-).

Alla fine del viaggio, durato 3 mesi e mezzo, ne ho cominciato a capire il senso, era come se le tessere del puzzle si fossero unite. Posso dire che è stato una sorta di pellegrinaggio, un viaggio iniziatico, un viaggio interiore che ha acceso in me una fiamma che da troppo tempo, seppur accesa, non riusciva a brillare ed a manifestarsi nella sua bellezza.

 

Hai viaggiato da sola per mesi, zaino in spalla. Quali sono state le sfide maggiori che ti sei ritrovata a fronteggiare e cosa ti ha aiutato a tenere duro nei momenti più difficili?

Confesso che le prime due settimane ho fatto un po’ fatica ad ambientarmi: il fuso orario, l’altitudine – sono arrivata a Cuzco situato a 3400 msm – che ogni due passi ti devi fermare per riprendere fiato, la solitudine iniziale, viaggiare “low cost” -e non mi è mai mancato nulla!- e soprattutto perché un viaggio organizzato non ce l’avevo.

 

L’unica cosa certa era che dovevo arrivare a Cuzco e poi da lì sarebbe seguito il resto. E così è stato: ho incontrato persone meravigliose e ho iniziato a studiare la tradizione Andina.

sacerdote andino

Sacerdote Q’ero durante un’offerta a Pachamama

Ho incontrato la magia, ogni qualvolta visitavo siti archeologici. E vi giuro che se si guarda con gli occhi del cuore, e non con gli occhi da semplice turista, la magia la senti che vibra anche nell’aria, soprattutto nella Valle Sacra!

Poi sono stata iniziata, grazie all’incontro con alcuni sacerdoti andini Q’eros – che sono gli ultimi discendenti diretti degli Inkas – all’”Hatun Karpay” che letteralmente significa “Grande Iniziazione”.

Ora sono un “Paqo”, il primo grado di sacerdote andino.

Qual è stata l’esperienza più significativa che hai vissuto durante questo apprendistato sul cammino andino?

Il manifestarsi di “cose” che la nostra mente classificherebbe come strane. Ad esempio, come detto sopra, io non sapevo esattamente cosa avrei fatto in questo viaggio, eppure sono state messe sul mio cammino persone che hanno contribuito alla mia evoluzione. Quando le ho conosciute e ho praticato assieme a loro, la voce dentro di me ha esclamato “ecco, questo è ciò che cercavo!”.

Oppure la sensazione di trovarsi di fronte una persona, ma che “senti” che solo persona non è. Mi è capitato con una vecchietta, nella piazzetta San Blas di Cuzco: vendeva souvenirs, non ho comprato niente, ma ho condiviso con lei un pacchetto di chicchi di mais tostati ed una bella chiacchierata. Quando me ne sono andata, mi ha detto che l’avrei sempre trovata lì. Ma dentro di me sentivo che non era così, che questa “figura” aveva preso le sembianze di questa dolce vecchia signora, per darmi un momento di conforto e la spinta a continuare il mio viaggio. Infatti, non l’ho mai più incontrata…

Per gli indigeni andini, questi incontri sono tutt’altro che anormali, infatti loro li considerano “Apus”, ossia gli Spiriti delle Montagne che a volte si manifestano fisicamente. Sono rimasti invece sorpresi del fatto che io abbia saputo riconoscere questi “Apus”, perchè non è cosa facile. Ma ripeto, se ti fidi ed affidi, ed ascolti con il cuore, tutto si manifesta chiaro davanti e dentro di noi. Anche perchè durante tutto il viaggio, ho sempre avuto la sensazione di essere protetta, di essere accompagnata… E poi però sono umana anch’io, pertanto le mie belle crisi di sconforto o di dubbi, non sono mancate! Ma è stato tutto perfetto così.

Sulla tua pagina Facebook  intitolata “Il Fuoco sciamanico”, parli  delle tue esperienze nei siti sacri come Machu Pichu, Tiahuanaco, Sacsayhuaman,… Vorresti dirci qualcosa a riguardo?

Il Machu Pichu – che in Quechua significa “Vecchia Montagna” – è stata casa mia, l’ho subito sentito dal momento che ci ho messo piede. E ci ho rivissuto cose molto particolari….

Ma a prescindere che si creda o meno nel Mistico, tutti quelli che visitano il Machu Pichu dicono che si percepisce qualcosa di forte. Pertanto, ciò che posso dire è che auguro a tutti di potere vedere almeno una di queste meraviglie di persona!

cerimonia andina- solstizio

Cerimonia del solstizio d’estate, a Cuzco.

 

Sempre sulla tua pagina, si possono vedere le foto dei meravigliosi Despachos che crei per le persone. Puoi spiegare ai lettori cosa sono e in cosa consistono?

Un Despacho, in Quechua “Haywarisqa” significa letteralmente “dispaccio, lettera, missiva“.

E’ il rituale più antico e conosciuto sulle Ande, usato come forma di scambio con il Cosmo Vivente. In sostanza, si fa un’offerta, ossia si apre uno spazio energetico sacro di reciprocità, fra le nostre energie e l’abbondante energia del Cosmo. Il Despacho va visto innanzitutto come una benedizione, e poi come possibilità di realizzazione delle proprie richieste – qualunque esse siano – che saranno supportate nella loro realizzazione dal Cosmo.

Despacho eseguito da Monica

Gli Andini hanno una visione molto pratica della vita, molto concreta. Nella loro visione c’è senz’altro l’evoluzione dello Spirito, ma allo stesso tempo stanno con i piedi ben radicati a terra. Pertanto il Despacho ha come scopo il raggiungimento del benessere qui ed ora, nella vita reale, attraverso il potenziamento della persona. Naturalmente, l’intento con cui si realizza un Despacho deve sempre essere “nobile” e non manipolatorio o che possa nuocere a noi o all’ambiente. Con il Despacho possiamo chiedere alla Pacha Mama e agli Apus (Spiriti delle Montagne), di supportarci in un nuovo progetto, o chiarezza interiore, sostegno per guarire da traumi e tanto altro…

Cito da un paragrafo di un libro di uno dei miei maestri, Don Juan Nunez Del Prado:

“…Le mie personali indagini sulla spiritualità andina contemporanea, e quelle di mia moglie Lidia Murillo Valdivia che mi introdusse allo studio della psicologia Junghiana, ci portano a scoprire che la struttura nella quale si organizza questa offerta, corrisponde alla struttura del cosiddetto simbolo del mandala che, secondo lo psicologo Carl Gustav Jung, è un simbolo del sé, centro della totalità della psiche umana. Secondo questo autore, detta struttura è archetipica, vale a dire preesistente e condizionante tutta l’organizzazione psichica umana e, pertanto, è un operatore molto potente. Questo collegamento dimostra che la ortoprassi spirituale andina riconosce un pre-condizionamento inconscio dell’attività umana e lo usa come propiziatore dell’azione sociale…”

Secondo te cosa potrebbe fare concretamente  ogni individuo per migliorare se stesso ed il mondo che lo circonda?

Semplicemente…. essere invece di apparire! Che poi attraverso l’Essenza, ci sarà anche l’Apparenza, ma quella vera, umile, sana, buona.

Quale servizio offri alle persone e come possono mettersi in contatto con te?

Si possono rivolgere a me per un massaggio Inka, è un massaggio energetico spirituale in cui si usano anche le pietre; oppure per una guarigione sciamanica o per una regressione alle vite precedenti o per un Despacho -sottolineo che le ultime tre cose menzionate, ognuna con le proprie caratteristiche, hanno però un comun denominatore, ossia la guarigione spirituale-.

Inoltre propongo anche degli incontri a tema, come ad esempio dei Cerchi Sciamanici, o dei seminari di un week-end come ad esempio “Guarire il maschile: integrare la coppia sacra nel nostro cuore”, rivolto alle sole donne. E sicuramente altri a seguire….

Monica Imperatori, sacerdotessa andina

 

Grazie per la tua gentilezza e disponibilità, Monica!

 

(fonte: Sandra Saporito – risorsedellanima.it)